Eccola, un’altra domenica in solitudine. Il cielo è terso, il freddo secco e pungente. Mi sono alzata presto, andando in cucina i gatti, come al solito, mi hanno preceduto correndo verso le loro ciotole, in attesa del loro cibo. Mi guardavano impazienti e silenziosi, mentre preparavo la colazione per me e prendevo i croccantini per loro. Ho fatto colazione, latte con tanto caffè, qualche biscotto, un succo di frutta e un libro. Philomena, il libro da cui è stato tratto quel bellissimo film ambientato nell’Irlanda cattolica degli anni 50, mi aspettava silenzioso. Ho iniziato a scorrere qualche pagina, mi sono dovuta fermare subito perché, sin dall’inizio mi ha preso allo stomaco. Non si può fare colazione leggendo la storia vera di una ragazzina che rischia di morire urlando, in un convento di suore, mentre sta per partorire suo figlio. Ora il libro è qui, mi aspetta silenzioso, sarà la mia compagnia per questa giornata.
Il lockdown in famiglia
Mio figlio è tornato a casa alle 8,30, dopo una notte trascorsa alla guardia medica. Tre decessi: uno di un uomo di 91 anni, morto di covid a casa sua. Ho pensato caspita, perché non in ospedale, magari lo avrebbero curato. 91 anni, lo avrebbero curato? E mi sono venute in mente tante cose. Chissà se il contagio l’ha avuto da un parente. Chissà questo parente, i sensi di colpa, il dolore.
Ho pensato a questi ragazzi, che iniziano il loro percorso lavorativo in ospedale proprio in questo periodo. La fatica, le morti, il dolore. Tanto dolore. Mio figlio mi sta lontano, mette la mascherina quando parla con me, si arrabbia se mi avvicino troppo, mangia da solo perché non si sa mai, se faccio colazione lui la fa dopo di me, rimane chiuso in camera sua quando è a casa. Io, a differenza di marzo, mi sento incerta, come dovessi camminare sulle uova.
Decido di amare
Così decido di fare le uniche cose che posso. Rimanere serena il più possibile, occuparmi di me, in questa domenica in solitudine. Leggerò, scriverò, raccoglierò un po’ di ricette trovate in giro e sparse fra gli appunti, sentirò qualche persona cara per farmi coccolare un po’ dal loro affetto e trasmettere il mio. E forse alla fine è questo ciò che conta. Fare ogni giorno tutto ciò che si può fare per sé stessi e per chi si ha vicino. Forse è questo ciò che rimane, alla fine. Nel mio piccolo, rendere il mondo un po’ migliore, portando serenità, chiarezza e amore.