Spesso, in assoluta buona fede, i genitori pensano che  sia loro dovere fare in modo che ai loro figli non manchi nulla, risolvere ogni loro problema, rinunciare alla loro vita per loro. Spesso si tratta di mamme sollecite, premurose, cmadri che appaiono, a uno sguardo velocce, quasi perfette.

Pur con tutte le migliori intenzioni, tuttavia, il rischio è quello di provocare dipendenze, incapacità di gestire la frustrazione e di sviluppare delle strategie efficaci di fronte alle frustrazioni.

Pellai sostiene che “ad un certo punto i genitori, madri e padri si sono messi in testa che i propri figli avessero il diritto alla felicità assoluta. E hanno cominciato a sentirsene responsabili. È la prima volta nella storia del genere umano che accade una cosa simile”.

Ma dato che questo è impossibile, perché ci saranno sempre eventi o situazioni che metteranno a rischio questa “felicità”, ecco che assistiamo a genitori sfiniti e pieni di sensi di colpa, e a bambini/adolescenti/uomini e donne immaturi, incapaci di farcela da soli, e fragili.

Una generazione di persone fragili e trasparenti come il cristallo, incapaci di resilienza e di flessibilità. Incapaci di adattarsi alla vita.
Iniziare ad accettare la fatica, stare accanto al figlio che si impegna e si assume le sue piccole responsabilità, aiutarlo ad affrontare la noia, a superare gli ostacoli è invece l’unico modo per aiutarli ad adattarsi alla vita e ad acquisire flessibilità e capacità di resilienza. 

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